Privacy in RSA: come gestire (davvero) i consensi senza bloccare il lavoro quotidiano

Ott 21, 2025

Gestire la privacy in RSA non significa accumulare firme, ma creare fiducia.

 

Nelle RSA, la privacy viene spesso vista come un ostacolo: moduli da firmare, scartoffie infinite, richieste di consenso che sembrano rallentare ogni cosa.
Ma la verità è un’altra: gestire bene i consensi non è burocrazia, è protezione della struttura, degli operatori e della fiducia delle famiglie.

Vediamo insieme quando serve davvero il consenso, cosa dice la normativa e come organizzarsi in modo semplice e pratico, senza appesantire il lavoro quotidiano (né rischiare sanzioni).

Quando serve (e quando no)

Il GDPR (Reg. UE 2016/679) e il D.lgs. 101/2018 stabiliscono che ogni trattamento di dati personali deve poggiare su una base giuridica chiara. Non tutto, però, richiede il consenso. Anzi, spesso non serve affatto.

Nelle RSA:

Serve il consenso solo quando i dati vengono usati oltre la cura sanitaria: ad esempio, per foto degli ospiti, comunicazioni a familiari, progetti di ricerca o attività promozionali.
In questi casi, la base giuridica è il consenso esplicito dell’interessato.

Non serve invece quando il trattamento è necessario per la cura, la sicurezza o per obblighi di legge: cartelle cliniche, referti, adempimenti fiscali.
Qui la base giuridica è l’obbligo legale o l’esecuzione del contratto di assistenza

Chiedere troppe firme non migliora la protezione dei dati, la complica e può perfino creare confusione o contenziosi.

Come semplificare la gestione dei consensi (senza errori)

Ecco alcune buone pratiche per rendere la privacy un alleato del lavoro quotidiano

  • Moduli semplici e mirati
    Evita testi lunghi e tecnici: usa moduli brevi, chiari e separa le diverse finalità (“autorizzo foto”, “autorizzo comunicazioni a familiari”…).
  • Tieni traccia di tutto
    Registra chi ha firmato, quando e su quale versione del modulo. Serve in caso di controlli o reclami.
  • Gestisci bene le revoche
    Se un ospite ritira il consenso, interrompi solo quel trattamento specifico
  • Forma il personale
    Chi accoglie o assiste gli ospiti deve sapere quando serve chiedere il consenso e come spiegarlo in modo semplice.
  • Aggiorna periodicamente
    Controlla che moduli e informative riflettano davvero come la RSA tratta i dati oggi e non come li trattava tre anni fa.

Attenzione ai casi delicati

Ospiti non autosufficienti
raccogli il consenso dal tutore o amministratore di sostegno, e conserva la relativa nomina.

Familiari troppo “curiosi”
solo chi è formalmente autorizzato può ricevere informazioni sanitarie.

Videosorveglianza
ammessa solo se giustificata, con cartellonistica chiara e (se necessario) una valutazione d’impatto (DPIA).

Consiglio pratico per le direzioni

Predisponi una “procedura interna dei consensi” che contenga:

  • I MODELLI AGGIORNATI.
  • LE ISTRUZIONI PER CHI RACCOGLIE E GESTISCE I MODULI.
  • LE REGOLE PER REVOCHE E AGGIORNAMENTI.

Gestire i consensi non significa accumulare firme: significa creare fiducia, chiarezza e sicurezza.
Una RSA che sa spiegare perché raccoglie un consenso e come protegge i dati comunica professionalità e attenzione reale alle persone.

Alessandra Dibenedetto
Legal Consultant
Netpolaris Srl

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