Da coordinatore a innovatore: la storia di Emanuel e il valore di chi conosce il campo

Giu 25, 2025

Testimonianza di Emanuel Tonasso - Sales Account in Netpolaris

 

“Raccontaci la tua esperienza prima di entrare in Netpolaris.”

È da questa semplice domanda che prende il via la prima puntata di Netpeople Stories, la rubrica dedicata a chi fa parte della nostra community e conosce il mondo socio sanitario dall’interno.

Emanuel Tonasso oggi fa parte del nostro team commerciale, ma prima di indossare la maglia Netpolaris ha lavorato per anni come coordinatore e responsabile all’interno di una grande cooperativa.
Una realtà impegnata in servizi di supporto, cura e istruzione per persone di tutte le età – dalla prima infanzia alla terza età – con uno sguardo attento verso ogni forma di fragilità.

In questa intervista ci racconta le sfide quotidiane di chi gestisce una struttura, le difficoltà, i margini di miglioramento… e tutto quello che un software gestionale dovrebbe fare per essere davvero utile a chi lavora sul campo.

Quali sono gli aspetti che meritano più attenzione nel coordinare una struttura sociosanitaria?

Coordinare una struttura significa tenere insieme tanti elementi, con l’obiettivo di offrire servizi di qualità che rispondano davvero ai bisogni degli ospiti.
Bisogna curare:

  • La gestione delle risorse umane
  • La pianificazione dei servizi
  • La qualità dell’assistenza erogata
  • I rapporti con ospiti, familiari e aziende sanitarie
  • L’efficienza economica
  • La conformità normativa
  • La capacità di trovare soluzioni innovative che facilitino il lavoro degli operatori

Un software gestionale come può aiutare quotidianamente il personale e il funzionamento dei processi? Quali sono le caratteristiche che deve garantire l’applicativo digitale per essere un valido supporto?

Un buon gestionale può sicuramente aiutare il personale nel funzionamento dei processi, ma ti dirò di più, un buon gestionale mette in sicurezza le cure che quotidianamente vengono fatte ai pazienti. Tra le caratteristiche principali deve essere:

  • Facile da usare
  • Accessibile
  • Intuitivo
  • Sicuro
  • Adattabile ai diversi servizi
  • Un vero supporto nel semplificare il lavoro quotidiano, non complicarlo.

La Cooperativa dalla quale provieni si occupa di diversi campi d’intervento – assistenza sociale, salute, educazione e ogni genere di fragilità in tutte le fasce d’età, dalla prima infanzia alla terza età. Vi sono degli aspetti comuni a cui prestare attenzione per consentire integrazione sociale e benessere della persona? A tuo avviso quali sono le aree nelle quali c’è margine di miglioramento?

Sì, il primo è la necessità di massima professionalità. Lavorare in questi ambiti significa dedicarsi agli altri con attenzione e rispetto.
Il filo rosso che unisce tutto è l’inclusione: far sentire ogni persona accolta, mai diversa o esclusa.
Certo, alcune aree sono più strutturate di altre. A mio avviso, oggi è fondamentale investire di più nei servizi educativi rivolti al disagio sociale: spesso sono quelli con meno risorse, ma con bisogni molto complessi.

Ci sono aspetti del software gestionale che possono fare la differenza per agevolare un funzionamento efficace e integrato?

Sì, lo vedo proprio così: uno spazio condiviso, dove ogni professionista può contribuire alla storia dell’ospite e alla qualità del servizio.
Avere tutte le informazioni in un unico sistema riduce errori, migliora il coordinamento e rende il lavoro più smart. È un modo per non perdere nulla e valorizzare ogni singolo dato.

Le analisi e i report che il gestionale fornisce grazie all’elaborazione dei dati della cartella clinica elettronica come vengono “sfruttati” per potenziare il lavoro degli operatori e il miglioramento delle cure?

Una volta fare analisi era complesso, lento, dispersivo.
Oggi, con un buon gestionale, i dati sono filtrati, ordinati e analizzati in tempo reale. Questo permette non solo di risparmiare tempo, ma di gestire meglio le criticità e prendere decisioni più consapevoli – sia sul piano clinico che su quello organizzativo.

Le diverse figure professionali, sanitarie e socio sanitarie, hanno riscontrato vantaggi/svantaggi nell’adozione di un unico strumento digitale per la gestione di tutte le aree d’intervento?

Inizialmente c’è sempre un po’ di resistenza: il cartaceo rassicura, e il digitale può far paura, specie a chi non ha molta confidenza con la tecnologia.
Ma una volta superata la fase iniziale di formazione e avvio, i benefici sono evidenti per tutti. Il lavoro diventa più fluido, coordinato, sicuro.

A tuo parere un software gestionale può fare davvero la differenza in una situazione complessa?

Direi che più il contesto è complesso, più è indispensabile digitalizzare.
Quando hai tanti processi, tanti professionisti, tanti bisogni da gestire, hai bisogno di strumenti che ti aiutino a tenere tutto sotto controllo, riducendo il rischio clinico e la perdita di dati.

Le funzionalità del software The.0 si adattano alle specifiche esigenze di una grossa cooperativa?

Sì, The.0 è uno strumento flessibile, sicuro e altamente adattabile.
Si adatta alle diverse esigenze delle strutture, sia sanitarie che assistenziali, garantendo sicurezza, tracciabilità e continuità delle cure.
E lo fa affidandosi a tecnologie intelligenti e personalizzabili sulle reali dinamiche operative.

L’esperienza di Emanuel ci ricorda una cosa semplice ma essenziale: per innovare davvero, bisogna conoscere a fondo la realtà operativa.
Ascoltare chi ha vissuto la struttura da dentro è il primo passo per costruire strumenti che non siano solo tecnologicamente avanzati, ma davvero utili per chi lavora ogni giorno accanto agli ospiti.

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