Nelle RSA, la privacy viene spesso vista come un ostacolo: moduli da firmare, scartoffie infinite, richieste di consenso che sembrano rallentare ogni cosa.
Ma la verità è un’altra: gestire bene i consensi non è burocrazia, è protezione della struttura, degli operatori e della fiducia delle famiglie.
Vediamo insieme quando serve davvero il consenso, cosa dice la normativa e come organizzarsi in modo semplice e pratico, senza appesantire il lavoro quotidiano (né rischiare sanzioni).
Quando serve (e quando no)
Il GDPR (Reg. UE 2016/679) e il D.lgs. 101/2018 stabiliscono che ogni trattamento di dati personali deve poggiare su una base giuridica chiara. Non tutto, però, richiede il consenso. Anzi, spesso non serve affatto.
Nelle RSA:
Serve il consenso solo quando i dati vengono usati oltre la cura sanitaria: ad esempio, per foto degli ospiti, comunicazioni a familiari, progetti di ricerca o attività promozionali.
In questi casi, la base giuridica è il consenso esplicito dell’interessato.
Non serve invece quando il trattamento è necessario per la cura, la sicurezza o per obblighi di legge: cartelle cliniche, referti, adempimenti fiscali.
Qui la base giuridica è l’obbligo legale o l’esecuzione del contratto di assistenza
Chiedere troppe firme non migliora la protezione dei dati, la complica e può perfino creare confusione o contenziosi.
Come semplificare la gestione dei consensi (senza errori)
Ecco alcune buone pratiche per rendere la privacy un alleato del lavoro quotidiano
- Moduli semplici e mirati
Evita testi lunghi e tecnici: usa moduli brevi, chiari e separa le diverse finalità (“autorizzo foto”, “autorizzo comunicazioni a familiari”…). - Tieni traccia di tutto
Registra chi ha firmato, quando e su quale versione del modulo. Serve in caso di controlli o reclami. - Gestisci bene le revoche
Se un ospite ritira il consenso, interrompi solo quel trattamento specifico - Forma il personale
Chi accoglie o assiste gli ospiti deve sapere quando serve chiedere il consenso e come spiegarlo in modo semplice. - Aggiorna periodicamente
Controlla che moduli e informative riflettano davvero come la RSA tratta i dati oggi e non come li trattava tre anni fa.
Attenzione ai casi delicati
Ospiti non autosufficienti
raccogli il consenso dal tutore o amministratore di sostegno, e conserva la relativa nomina.
Familiari troppo “curiosi”
solo chi è formalmente autorizzato può ricevere informazioni sanitarie.
Videosorveglianza
ammessa solo se giustificata, con cartellonistica chiara e (se necessario) una valutazione d’impatto (DPIA).
Consiglio pratico per le direzioni
Predisponi una “procedura interna dei consensi” che contenga:
- I MODELLI AGGIORNATI.
- LE ISTRUZIONI PER CHI RACCOGLIE E GESTISCE I MODULI.
- LE REGOLE PER REVOCHE E AGGIORNAMENTI.
Gestire i consensi non significa accumulare firme: significa creare fiducia, chiarezza e sicurezza.
Una RSA che sa spiegare perché raccoglie un consenso e come protegge i dati comunica professionalità e attenzione reale alle persone.